movimento (fisso)sulle biciclettesulle parole  
 
  Essere
Metabolismo
Dentro
Fuori
Status quo
Dettagli
 

paura

La frase sopra l'ho letta molti anni fa in Nuova Zelanda, a Queenstown. Un paese interamente dedito agli aspetti fisici e piacevoli dell'esistenza, con infinite possibilità di scatenare sorrisi e adrenaline varie.
Mi sono reso conto solo dopo che si trattava di una pubblicità, ma ormai il concetto, il ritmo e il suono della frase mi erano piaciuti così tanto che mi sono fatto piacere pure la pubblicità.
Quando parlo con gli altri sul perchè vado in giro in bici e perchè non ci vanno loro, trovo essenzialmente due argomenti che li tengono lontani dalla scelta della bicicletta come mezzo quotidiano di trasporto: la paura e la fatica.
La paura è l'argomento davvero insormontabile, ultimativo, nec plus ultra. Non é possibile convincere una persona che ha paura a fare le cose di cui ha paura.
Bisogna agire sulla paura in sè.
So che le nostre strade sono terrificanti, e che gli italiani in macchina si trasformano in bestie mannare con addosso l'armatura.
Il mio modo di non provare paura é ignorare la paura. Non tutta: una parte della paura, quella positiva, può essere utilizzata per tenere alta l'attenzione.
Il resto va ignorato. Decisamente.
Allora inizia il divertimento.
La bici in città diventa un esercizio di giocoleria, un'arte di strada vera e propria, l'utile strumento della propria giornata e contemporaneamente il proprio strumento di gioco.

per la foto qui a sinistra un grazie ai folgorati di fgg


 
Italia, oggi, adesso Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons